Una 3Drag per amica

Abbiamo deciso di passare le nostre prime tre settimane d’agosto a provare per voi la neonata 3Drag in varie modalità e configurazioni, per rendere più semplici e intuitive le vostre stampe. Abbiamo organizzato il tutto come un diario di bordo, annotando i fatti salienti di ogni giornata.

Venerdì 3 agosto, 3Drag Cambia casa
Oggi la 3Drag 1.0, capostipite della serie, cambia di casa per passare dal tavolo su cui è nata per mano di Gabriele Daghetta, all’ufficio di Simone, dove sarà oggetto di prove, stampe, benchmark e tutto quanto può servire a rendere le vostre stampe sicure, ripetibili e affidabili.

La prima cosa che ci ha reso molto soddisfatti di 3Drag è stata la facilità con cui è passata dal tavolo di lavoro al bagagliaio della macchina. In precedenza avevano trasportato la nostra Galileo modificata e fissata a un piano in legno, ma sempre dovendo prestare attenzione alle varie parti sporgenti e delicate. Con 3Drag abbiamo semplicemente afferrato la barra superiore e – quasi fosse una valigia – l’abbiamo sistemata nel bagagliaio. Niente parti sporgenti, niente barre che rendono difficile la presa, ma una solida struttura.
Vocazione al trasporto di 3Drag: molto elevata.

Weekend 4-5 agosto, tutto fermo, si va a fare un giro
In questo primo weekend di agosto, approfittiamo per andare a fare un giretto a salutare gli amici, pur sapendo che ci aspettano ancora almeno 2 settimane di lavoro.
Nel fare il nostro giro, approfittiamo per mostrare con orgoglio alcune delle stampe fatte con le varie 3D e – sorpresa – scopriamo che nella giornata di venerdì la macchina lasciata parcheggiata sotto il sole ha raggiunto una temperatura interna tale da comportare la deformazione di alcuni oggetti. Quelli con pareti sottili e appoggiati a qualcosa si sono schiacciati e stortati. Certo, sapevamo che il PLA si ammorbidisce con l’aumento della temperatura, ma non avremmo pensato che la macchina potesse al suo interno arrivare ad un punto tale. Purtroppo non abbiamo potuto registrare il picco, ma come si scioglievano una volta le cassette audio lasciate sul cruscotto, probabilmente anche in quel venerdì di sole estivo abbiamo toccato gli 80/90 gradi e il peso degli oggetti sovrastanti assieme al tempo ha fatto il resto.

Lunedì 6 Agosto, iniziano i test
Abbiamo sistemato la 3Drag sulla scrivania, con un notebook dedicato e il necessario per gestire le stampe. Cronometro, macchina fotografica per documentare e soprattutto tanta pazienza: ogni test richiederà del tempo e non ci potremo permettere di non controllare costantemente la situazione, per cogliere immediatamente gli eventuali problemi.

Tanto per iniziare a far qualcosa e verificare così se è tutto correttamente sistemato e configurato, lanciamo una stampa in formato “gigante” di un modello realizzato con Sculptris, una buffa palla con una faccia e una coda. 24 metri di filo e oltre 170 centimetri cubi di materiale – decisamente una stampa da qualche ora di tempo anche con una certa velocità.

Iniziamo verso le nove a stampare e dopo 5 ore e 11 minuti la stampa è ultimata: 120 mm/s di spostamento a vuoto e 80 mm/s durante stampa e riempimenti. Ora si prova a raddoppiare le velocità per vedere cosa succede, mantenendo lo Z a 0,3 mm. Passano 5 minuti e ci accorgiamo che qualcosa non va: accelerazione errata e problemi con un passo sulla Z che a elevata velocità non fa stendere bene il filo nei riempimenti. Diminuiamo lo step Z a 0,2mm e incrementiamo il flusso estrusore a 1.1. La stampa riparte, ma data l’elevata velocità, l’estrusore è soggetto a un notevole lavoro e la solita ventola che stabilizza e migliora le stampe questa volta porta via troppo calore anche all’estrusore che con la ventola crolla di temperatura molto rapidamente. Lasciamo stampare per un po’ senza ventola e vediamo come va. Ok, la modifica prevista di mettere un po’ di isolamento attorno all’estrusore è inevitabile e quindi prima di procedere, facciamo questo intervento.

Ok, l’estrusore è ora più protetto – con una soluzione temporanea – in attesa della sua giusta incamiciatura con fibra di vetro o silicone per alte temperature; possiamo ripartire con la nostra stampa, impostando una media di 120 mm/sec per la stampa e 160 mm/sec per gli spostamenti, tanto per stare in un’area dove siamo sicuri del risultato dal punto di vista meccanico e questo ci permette di curare l’aspetto qualitativo e di corretta impostazione dei parametri di estrusione.